Regalarti un sorriso sano e di bell’aspetto per sentirti a tuo agio, è l’obiettivo del mio lavoro.
La salvaguardia dei denti e la salute di tutti i tessuti della bocca, con un approccio di una minima invasività, senza rinunciare all’estetica del sorriso è il mio scopo.
L’empatia con il paziente e la costanza nella cura della propria bocca sono il mio primo impegno.
Punti cardine dei trattamenti:
- l’abilità del dentista
- l’utilizzo di materiali di qualità e tecnologie di ultima generazione
- l’attenersi a protocolli specifici – evidence based dentistry
- la compliance del paziente, che deve comprendere l’obiettivo del trattamento odontoiatrico e tutti i passaggi necessari per ottenerlo
- la prevenzione ed il rispetto dei protocolli di mantenimento
È la branca che previene e cura le posizioni anomale dei denti (dette malocclusioni).
Le finalità principali del trattamento ortodontico infatti sono quelle di determinare un adeguato rapporto tra le arcate, un allineamento corretto dei denti ed una funzione masticatoria efficiente, migliorando l’estetica del viso e del sorriso, e correggendo anche eventuali disturbi respiratori e masticatori o di pronuncia.
La fase pre-adolescenziale (dai 5 ai 12 anni circa) si approccia con la terapia ‘Intercettiva‘, che individua e corregge i difetti scheletrici, che se sottovalutati, o non trattati, possono rendere più complesse o non possibili le future correzioni ortodontiche.
Trattamenti ortodontici intercettivi con espansore rapido palatale o con i “gommoni”, o trattamenti ortodontici con allineatori invisibili (Invisalign-Spark) vengono selezionati e applicati a seconda del caso e delle esigenze dei pazienti.
In alternativa ai classici brackets (“stelline metalliche”), si può ricorrere ad un trattamento ortodontico mobile, personalizzato, che si compone di una serie di aligner (mascherine) quasi invisibili che vanno sostituiti ogni 7-14 giorni e che, con forze molto delicate, settimana dopo settimana, muovono i denti finché non si saranno allineati nella posizione finale definita- Invisalign/Spark.
La raccomandazione e’ di indossare gli aligner per 22 ore al giorno. Le mascherine andrebbero rimosse solo per i pasti e per l’igiene quotidiana. Trattandosi di mascherine rimovibili, i denti possono essere normalmente lavati con spazzolino e filo interdentale, mantenendo i tessuti gengivali in migliori condizioni di salute rispetto al trattamento ortodontico fisso tradizionale.
Gli allineatori sono utilizzati con successo in pazienti adulti e adolescenti che cercano un modo confortevole e poco appariscente per correggere il loro sorriso.
Per seguire la terapia e cercare di ottimizzare i tempi di cura, con la tecnologia di Dental Monitoring ogni cambio mascherine chiedo ai pazienti di eseguire una scansione: con la scanbox e lo speciale apribocca che do, basta il cellulare e posso ormai eseguire delle visite virtuali a distanza!
In prima visita riesco più o meno a simulare il sorriso coi denti allineati.
Ha ovviamente l’obiettivo di migliorare il sorriso del paziente. Un trattamento è definito estetico quando riesce ad integrarsi armonicamente con le arcate dentali ed il viso del paziente: deve ripristinare con naturalezza la forma e la funzione dei denti senza prescindere dalla salvaguardia della salute orale e del benessere del paziente.
Ci sono diverse modalità per migliorare un sorriso e quindi denti che visibilmente sono storti, macchiati, cariati o scheggiati… A volte basta una semplice aggiunta di composito (il materiale delle otturazioni “bianche”) per cambiare la forma del dente o come la luce ne colpisce la superficie e avere subito una percezione diversa. Migliorare il sorriso e rendere il paziente più soddisfatto del suo aspetto è quello che mi guida nelle scelte terapeutiche. Con la fase del mock-up cerco sempre di dare al paziente l’idea di quello che andremo a fare: con questa sorta di rendering, infatti, concretamente vede allo specchio e nella resa fotografica come starebbe con i denti modificati.
I principali trattamenti dell’odontoiatria estetica sono:
- i restauri “diretti” in composito (“diretti” perché fatti alla poltrona)
- le faccette e/o le corone in ceramica (“indiretti” perché fatti dal laboratorio)
- la terapia ortodontica
- lo sbiancamento dentale
Detta anche pedodonzia: si occupa della prevenzione, della diagnosi e della cura delle patologie dei denti decidui, quelli da latte.
All’età di 3-4 anni è consigliabile una prima visita odontoiatrica per verificare l’igiene, le eventuali cariette e valutare se è presente una malocclusione. Successivamente, ai piccoli pazienti si dovrebbero controllare annualmente i dentini, evitando eventuali problemi alla dentatura permanente, intercettando soprattutto i problemi scheletrici.
- evitare di assumere frequentemente dolciumi e soprattutto bibite gassate o tisane zuccherate che possono “scavare” i denti
- non spazzolare i dentini immediatamente dopo l’assunzione di queste bevande acide, che rendono la superficie più “attaccabile” dall’azione diretta delle setole dello spazzolino, ma sciacquare con acqua e spazzolare dopo almeno 20 minuti
- non somministrare spesso biberon con camomilla o altre tisane zuccherate prima di andare a letto senza far sciacquare, in quanto durante il sonno la produzione di saliva si riduce e lo zucchero si deposita più facilmente sui denti aumentando il rischio di carie
- il digrignamento e serramento dei denti, detto bruxismo, nei bambini è un fatto fisiologico dovuto a un non corretto combaciamento tra i denti dell’arcata superiore con quelli dell’arcata inferiore. Di norma, quindi, il bruxismo non causa particolari disturbi o danni al bambino e si dovrebbe esaurire con la crescita e la permuta dei denti
- diverso il discorso del russamento e delle apnee che va assolutamente indagato, perché può causare problemi nella crescita dei bimbi e di comportamento
È la branca che si occupa di ripristinare la funzione e l’estetica dei denti danneggiati dalla carie, da traumi o da lesioni congenite (per es. le inestetiche macchie bianche o marroni), oppure semplicemente di cambiare la forma di denti malposizionati o con forme non congrue.
Cerco di “conservare” il più possibile i tessuti sani residui del dente, per rimandare di molti anni interventi più complessi di endodonzia e/o protesi convenzionale.
Utilizzo unicamente tecniche adesive, con resine composite del colore del dente, atossiche ed estetiche e mai le amalgame d’argento, presumibilmente tossiche. Le resine composite garantiscono una buona capacità di assorbimento e distribuzione dei carichi masticatori.
I restauri possono essere “diretti” se si eseguono alla poltrona – solitamente quando le cavità sono di piccole o medie dimensioni – o “indiretti” (INTARSI), quando il danno è più esteso ed è necessario costruire in laboratorio la parte di dente mancante, in resina o ceramica.
In entrambi i casi cerco sempre di utilizzare la diga, un foglio di gomma che isola i denti su cui lavoriamo e che allontana la saliva dal campo operatorio, migliorando l’adesione dei restauri nel tempo.
Sottolineo che se si percepisce il dolore, il più delle volte la situazione è più complicata e richiede interventi più invasivi: la carie è quasi sempre asintomatica e l’unica soluzione per individuarla e prenderla in tempo è la visita periodica dal dentista.
Il trattamento endodontico è la terapia dello spazio cavo all’interno del dente, quello che contiene la polpa dentaria, ossia il nervo. Impropriamente viene chiamata anche devitalizzazione.
La polpa si infiamma e può dare problemi in caso di: carie profonde, problemi parodontali gravi (lesione endo-perio), usura grave del dente (abrasione accentuata), trauma occlusale (sovraccarico funzionale del dente).
È possibile, inoltre, ricorrere a questa metodica quando il dente deve essere coinvolto in riabilitazioni protesiche, anche se oggigiorno grazie a materiali sempre più performanti e a preparazioni poco invasive sono rari i casi in cui la riduzione di tessuto dentale è così notevole da richiederla.
I sintomi più comuni di una patologia pulpare sono il dolore al freddo e al caldo e il dolore alla masticazione che possono culminare nell’ascesso. Possono anche comparire gonfiori e fistole gengivali.
Un trattamento endodontico ben eseguito può cambiare la prognosi di denti estremamente compromessi, evitandone l’estrazione e la sostituzione protesica: laddove possibile la mia filosofia è di mantenere il più a lungo possibile la dentatura naturale e procrastinare l’inserimento implantare, specie in pazienti giovani. Importante è stressare che gli impianti non sono la panacea, possono avere i loro problemi come i denti!
Un sonoro russamento può essere un campanello di allarme per la diagnosi di un disturbo respiratorio dannoso, denominato sindrome dell’apnea ostruttiva notturna (OSAS), una sindrome caratterizzata da ricorrenti episodi di ostruzione della faringe durante il sonno, purtroppo sottovalutata per mancanza di informazione.
Queste interruzioni respiratorie, possono verificarsi durante la notte centinaia di volte causando corrispettivi micro-risvegli del cervello e la sindrome può comportare importanti rischi sulla salute, proporzionalmente al numero e intensità degli episodi.
Si può associare a eccessiva sonnolenza diurna, mal di testa al risveglio, maggiore frequenza di incidenti stradali e sul lavoro, ridotte capacità cognitive con riduzione della qualità di vita. Inoltre è un importante fattore di rischio per patologie cardiovascolari, quali l’ipertensione o l’infarto, e per accidenti cerebrovascolari.
La terapia d’elezione per l’OSAS è quella ventilatoria (CPAP). Recenti studi però dimostrano che un’alternativa a questo trattamento, soprattutto per i casi lieve e moderati, è rappresentata dagli apparecchi odontoiatrici di avanzamento mandibolare (MAD).
I MAD sono apparecchi doppi, ossia da calzare sia nella mascella che nella mandibola, che vanno usati solo di notte in quanto la loro funzione è di avanzare la mandibola per impedire alla lingua di scivolare all’indietro, causando la chiusura delle prime vie aeree e quindi il russamento e/o le pericolose interruzioni respiratorie.
Sono una terapia di prima scelta nei casi di russamento semplice.
La sostituzione funzionale ed estetica di uno o più denti mancanti mediante impianti è ormai un’opzione terapeutica largamente utilizzata. L’impianto è una vite in titanio da inserire in una cresta ossea già priva di denti o al posto di denti da estrarre, per mimare la funzione delle radici dentali.
Generalmente l’impianto si carica con una corona dopo 2-6 mesi dall’inserimento, a seconda che si sia ricorso o meno a procedure di rigenerazione ossea. Sempre più spesso, però, se le condizioni cliniche lo consentono, cerco di posizionare subito l’impianto dopo l’estrazione ed anche il provvisorio, sebbene il carico sullo stesso per i primi mesi sia scarso e si avvisa il paziente di non masticarci sopra (impianto post-estrattivo a carico immediato non funzionale). Così il paziente non sta mai senza il dente.
Per affrontare l’intervento è sufficiente un’anestesia locale.
Ad esso generalmente segue una terapia antibiotica e antinfiammatoria sistemica per qualche giorno.
Un buono stato di salute della bocca, senza infezioni attive, è essenziale per la buona riuscita di un trattamento implantare, che non è scevro da fallimenti: anche l’impianto si può ammalare come il dente (PERIMPLANTITE).
Sono necessari quindi controlli periodici dal dentista e una scrupolosa igiene orale domiciliare e professionale per garantirne una buona prognosi nel lungo periodo.
Comprende tutte quelle terapie necessarie alla sostituzione dei denti mancanti o gravemente compromessi: può essere fissa o rimovibile.
Oggigiorno si parla di protesi estetica anche per intendere quei trattamenti cosmetici che cambiano forma o colore ai denti, con corone integrali o con faccette in ceramica, al fine di migliorare il sorriso. (collegamento ipertestuale a odontoiatria estetica!)
PROTESI FISSA: Ceramiche integrali, ponti, faccette
Si intendono quei manufatti che non possono essere tolti dal cavo orale, ma sono cementati ai denti e agli impianti o avvitati a quest’ultimi. La protesi fissa infatti può essere su denti naturali od impianti ed è simile per estetica e comfort alla dentatura naturale: chi vi guarda non si deve accorgere che il dente non è naturale!
Questo oggi è sempre più possibile da ottenere, grazie alla grande evoluzione dei materiali (protesi senza metallo) e delle tecnologie biomediche usate dal laboratorio (tecniche computerizzate Cad/Cam): per es. il colore chiaro dell’anima di queste corone permette di eliminare totalmente gli inestetismi del bordo nero attorno alla gengiva. Inoltre grazie al digitale, lo scanner ottico rende più semplice e veloce la fase dell’impronta, evitando il tanto temuto materiale che tocca la gola e dà un senso di vomito.
È importante ripristinare i denti mancanti per:
- mantenere i denti vicini e quelli antagonisti nella posizione corretta (altrimenti si sposterebbero)
- mantenere una masticazione stabile
- non pregiudicare l’aspetto e l’autostima del paziente
Le Faccette o Veneers, di cui molto si parla ultimamente, sono sottili lamine di ceramica che ricoprono la superficie esterna dei denti, quella a contatto con le labbra, che abbelliscono l’aspetto dei denti ridisegnando un nuovo sorriso!
Richiedono il minimo sacrificio di tessuto dentale non mettendo mai a rischio la vitalità del dente. A volte addirittura sono totalmente non invasive nel senso che non richiedono nemmeno l’utilizzo del trapano.
Le faccette in ceramica assicurano un’estetica eccellente, hanno un’ottima biocompatibilità, resistenza all’usura, nullo assorbimento di fluidi e, soprattutto, ottima trasmissione della luce.
Le principali indicazioni sono:
- ridimensionare un dente scheggiato o con una forma non piacevole
- riempire i diastemi, ossia gli spazi vuoti tra un dente e l’altro
- allungare denti usurati (valutando ovviamente la biomeccanica masticatoria)
- sbiancare denti particolarmente gialli o con precedenti ricostruzioni ora visibili
- ridonare lucidità allo smalto, alterato a causa di fumo, cibi, bevande o vomito autoindotto
Le controindicazioni sono minime, quali la presenza di abitudini viziate (degrignamento), un morso testa a testa (mandibola e mascella allineate se guardate lateralmente), la mancanza di smalto sulla superficie del dente o un’eccessiva discolorazione del dente.
PROTESI MOBILE: protesi totale (“dentiera”) o parziale (scheletrato)
Sebbene sia la soluzione più difficile da accettare psicologicamente, cerco sempre di garantire il rispetto dei canoni estetici affinchè il paziente possa sorridere senza imbarazzo.
In caso di protesi totali può risultare utile inserire alcuni impianti, specie nella mandibola, per aumentare la stabilità della stessa rispetto ai movimenti dei muscoli, soprattutto della lingua.
La parodontologia si occupa della cura e della prevenzione della malattia parodontale, o “parodontite” (tempo fa nota come “piorrea”), ossia l’infiammazione di tutto quello che sta intorno alle radici dei denti (gengiva, legamento alveolo-dentario, osso e cemento). Quest’infiammazione è dovuta quasi sempre ad una scarsa o errata igiene dentale. Una volta che si cronicizza i denti tendono a spostarsi in fuori e possono iniziare a vacillare; se non si interviene con urgenza e con metodi adeguati sarà inevitabile la loro caduta. Anche una predisposizione genetica, la cattiva abitudine al fumo o il diabete mellito non adeguatamente compensato possono favorire l’insorgenza della parodontite.
Tessuti parodontali sani sono la condizione necessaria preliminare per iniziare delle terapie complesse che durino nel tempo. Se non c’è un buon controllo della placca batterica e dell’infiammazione gengivale le terapie odontoiatriche sono inevitabilmente destinate al fallimento.
La diagnosi prevede la misurazione con strumenti calibrati di eventuali tasche su ogni dente, in seguito l’esecuzione di uno status radiografico che consenta di mappare l’osso intorno alle radici dei denti.
I sintomi che devono farvi supporre di soffrirne sono: il sanguinamento delle gengive, il tumefarsi delle stesse, che diventano sempre più sensibili al contatto dello spazzolino e del cibo; l’alitosi; l’apparente allungamento dei denti (determinato dalla ritrazione delle gengive e dal riassorbimento osseo).
La terapia parodontale è principalmente volta all’eliminazione degli agenti eziologici (causali) della malattia, ossia i batteri contenuti nella placca e nel tartaro, con una pulizia approfondita e di supporto nel tempo (quindi una terapia non chiriurgica). Solo dopo un’attenta rivalutazione si potrà capire se saranno necessari eventuali interventi chirurgici per stabilizzare delle tasche rimaste critiche.
La prevenzione è un pilastro per me: lo scopo non è solo quello di prevenire l’insorgenza delle diverse patologie orali, ma che la ritrovata salute orale venga mantenuta a lungo termine!
Ogni paziente viene istruito su quanto può fare per mantenere i risultati raggiunti e, in base alla sua patologia di partenza ed al tipo di cure effettuate, vengono programmati appuntamenti periodici per effettuare controlli, verifiche e terapia di supporto.
Inoltre, almeno una volta l’anno nell’ambito della seduta di igiene consiglio un controllo radiografico per controllare ciò che clinicamente non riesco a cogliere.
Comunque il paziente motivato ricopre un ruolo attivo nella cura dei propri denti: necessari accorgimenti nella vita di tutti i giorni nella propria igiene orale domestica sono già una forma di prevenzione (spazzolino elettrico, filo…).